Vibratori, dildo, sex toys: uso terapeutico in ginecologia

Oggi vi parlerò di vibratori, dildo, sex toys e il loro uso terapeutico e le indicazioni in ginecologia.

Come ginecologa da diversi anni affronto questo tema con le mie pazienti, perché i dispositivi sessuali come i vibratori, i giocattoli sessuali, i dildo, i dilatatori e molti altri strumenti esistenti in commercio, possono e devono essere prescritti dai ginecologi come strumento terapeutico per vari tipi di disturbi della salute intima delle donne.

I dati statistici ci dicono che più della metà di tutte le donne negli Stati Uniti ha usato un vibratore e quasi un terzo delle donne ha usato un dildo.

L’utilizzo di questi dispositivi sessuali è ancora maggiore nelle donne che hanno rapporti sessuali con donne, che nel 75% dei casi usano oltre ai dildo anche i vibratori.

I dispositivi sessuali possono essere usati nell’autoerotismo o in coppia per aumentare l’eccitazione, facilitare e rendere più intenso l’orgasmo, e migliorare la qualità della vita sessuale.

Inoltre, possono essere utilizzati a scopo terapeutico e con varie indicazioni in ambito ginecologico per il trattamento di vari disturbi.

Ad esempio per pazienti con calo della libido, anorgasmia, dolore sessuale, vulvodinia, atrofia vulvovaginale della menopausa, , vaginismo, lichen scleroatrofico, stenosi vaginale,

Sono indicati in tutte le condizioni che non consentono la penetrazione vaginale, disabilità motorie o sensoriali e inoltre anche per problemi della funzione sessuale del partner maschile (deficit erettivo, problemi eiaculatori e della libido).

DISPOSITIVI SESSUALI IN GINECOLOGIA

Vibratori, dildo, sex toys, per il loro uso terapeutico in ginecologia trovano applicazione, in varie fasi della vita di una donna, dall’età fertile alla menopausa, nelle seguenti condizioni:

Menopausa  e Perimenopausa

La carenza di ormoni come gli estrogeni, il testosterone, il dhea, il progesterone, gli ormoni tiroidei in menopausa e in perimenopausa può influenzare negativamente la libido, la sensibilità genitale e l’eccitazione.

Inoltre, l’atrofia vulvovaginale e la secchezza possono causare dolore ai rapporti (dispareunia) e rendere difficile o impossibile un rapporto penetrativo.

Educare e informare le donne in perimenopausa e in menopausa all’uso dei dispositivi sessuali, oltre ad effettuare le terapie specifiche ormonali o di altro tipo, migliora e rende più efficace l’effetto delle terapie.

SALUTE SESSUALE E INTIMA DOPO UN TUMORE

Le alterazioni e i disturbi della funzione sessuale  tra le donne sopravvissute al cancro, sono frequentissime, avvicinandosi al 90% in caso di tumori ginecologici e tumori del seno, a causa della chemioterapia, delle radiazioni pelviche e della chirurgia.

Sono vari i cambiamenti fisici che possono verificarsi dopo il trattamento dei tumori ginecologici.

Per esempio la stenosi vaginale secondaria a radioterapia, vulvectomia parziale o completa o vaginectomia, o la riduzione del flusso sanguigno vaginale associato all’eccitazione, causato da lesioni dei nervi ipogastrici al momento dell’isterectomia radicale.

Farmaci come l’anastrozolo e il tamoxifene possono influenzare negativamente la libido e la lubrificazione vaginale.

La chemioterapia o l’ovariectomia possono determinare nelle donne più giovani una menopausa precoce fortemente sintomatica.

Per questo tipo di pazienti in particolare, laddove c’è una controindicazione alla terapia ormonale, i dispositivi sessuali rappresentano una parte fondamentale di un trattamento completo per i loro disturbi sessuali.

CALO DEL DESIDERIO, DIFFICOLTA’ ORGASMO, PROBLEMI DELL’ECCITAZIONE

Le donne che hanno un disturbo o difficoltà durante una o più fasi della normale attività sessuale, come il desiderio, l’eccitazione o l’orgasmo, eventualmente con partner che sperimentano a loro volta disfunzioni sessuali, come la disfunzione erettile, hanno un’indicazione all’utilizzo terapeutico dei vari tipi dispositivi sessuali.

Ad esempio in caso di anorgasmia (assenza dell’orgasmo) oltre alle terapie mediche specifiche un ausilio terapeutico fondamentale da aggiungere può essere un vibratore esterno specifico per la stimolazione clitoridea.

Le pazienti che invece preferiscono una stimolazione interna vaginale possono trarre vantaggio da un dispositivo curvo, un massaggiatore o bacchetta vibrante progettato per la stimolazione spot di Grafenberg (punto G).

La presenza di una disfunzione erettile del partner è un fattore che contribuisce alla diminuzione dell’attività sessuale e i dispositivi sessuali oltre alle terapie specifiche andrologiche, possono aiutare le coppie ad espandere il loro repertorio di attività sessuali coitale e non coitale, per esempio possono usare dildo strap-on  o dispositivi per la penetrazione anale.

DISFUNZIONI DEL PAVIMENTO PELVICO

Le pazienti affette da disfunzione del pavimento pelvico, con dolore (dispareunia superficiale e profonda), ipertono e spasmo muscolare del pavimento pelvico, vulvodinia, vaginismo, stenosi vaginale o prolasso genitale, possono trarre beneficio dall’uso di dispositivi sessuali come dilatatori vaginali, coni vaginali e piccoli massaggiatori o bacchette vibranti.

Possono essere indicati anche dispositivi esterni per la stimolazione clitoridea, vulvare o anale, e dispositivi progettati per aumentare il piacere per il proprio partner (ad es., manicotti per la penetrazione o dispositivi di stimolazione della prostata).

Se ci sono problemi di dolore penetrativo profondo (dispareunia profonda) cioè che non compare all’inizio della penetrazione (dispareunia superficiale), localizzato all’utero e/o alle ovaie, di recente sono stati messi a punto negli USA degli speciali anelli.

Questi anelli, costruiti con una sostanza particolare e morbida, da applicare alla base del pene maschile prima della penetrazione, che funzionano come “cuscinetti ammortizzatori”, sono in grado di ridurre la profondità della penetrazione vaginale, il traumatismo e l’intensità del dolore profondo.

Le pazienti con mutilazioni genitali femminili stimolare il tessuto clitorideo residuo sotto il prepuzio utilizzando dei vibratori specifici, sempre consigliati da una ginecologa esperta.

LICHEN SCLEROATROFICO

ll lichen sclerosus o lichen scleroatrofico  è una malattia infiammatoria cronica che interessa  l’area genitale e talvolta perianale.

E’ una patologia su base autoimmune che comporta un assottigliamento dell’epidermide, una degradazione delle fibre elastiche ed una sclerosi del derma.

All’inizio la cute vulvare appare fragile, con erosioni o piccole ecchimosi, nelle fasi più avanzate della malattia può apparire ispessita, biancastra e translucida.

In fase avanzata possono insorgere modificazioni anatomiche che, se non trattate per tempo e adeguatamente, divengono irreversibili: stenosi del meato uretrale, stenosi dell’introito vulvare, copertura del clitoride e scomparsa delle piccole labbra.

L’uso di dispositivi sessuali, esterni e interni di tipo vibrante e i dilatatori vaginali possono essere uno degli ausili terapeutici che possono essere di aiuto nel trattamento di questa patologia.

GRAVIDANZA E POST PARTO

In gravidanza condizioni come la placenta previa o la presenza di cerchiaggio possono impedire l’attività sessuale penetrativa.

In questi casi, la stimolazione esterna con l’aiuto di un vibratore specifico consigliato sempre da un ginecologo esperto, può essere utile per mantenere l’intimità sessuale non penetrativa con il partner.

Alcuni medici sconsigliano la stimolazione clitoridea per il rischio teorico di contrazioni uterine indotte dall’orgasmo, questo aspetto non è stato ancora ben studiato ma finora non sono stati segnalati esiti fetali avversi.

Le donne in gravidanza che non hanno controindicazioni all’attività sessuale o alla penetrazione vaginale possono trarre beneficio dall’utilizzo di dispositivi sessuali.

Soprattutto nelle fasi avanzate della gravidanza, quando il volume e le dimensioni  dell’utero gravido possono ostacolare determinate posizioni sessuali o rendere più difficili i rapporti e la masturbazione.

La carenza di estrogeni tipica del periodo post parto, in puerperio e durante l’allattamento, unita al disagio e alla guarigione postoperatoria di suture delle episiotomia o di lacerazioni vaginali dopo un parto vaginale, possono ritardare la ripresa della penetrazione vaginale a causa della secchezza vaginale e il dolore.

Per queste donne la stimolazione clitoridea esterna mediante un vibratore specifico è utile.

Ma in questa prima fase dopo il parto, i dispositivi che comportano una penetrazione vaginale o anale dovrebbero essere evitati, in particolare dopo una lesione dello sfintere anale.

Sarà poi il ginecologo a stabilire quando sarà possibile una ripresa dell’attività di tipo penetrativo.

L’uso di un buon lubrificante con specifiche caratteristiche, facilita l’attività sessuale ed è particolarmente indicato, sia per i rapporti con il partner, che per l’uso dei dispositivi sessuali, soprattutto durante l’allattamento, periodo in cui le donne sono ipoestrogeniche e hanno problemi di secchezza vaginale.

DISABILITA’ E MALATTIE CRONICHE

Le malattie che comportano una disabilità congenita o acquisita possono influenzare la capacità dei pazienti di avere una sessualità normale, anche in questi casi i dispositivi sessuali possono essere indicati.

Nei casi in cui queste malattie che impediscono o limitano la destrezza dei movimenti, come sclerosi multipla, paralisi cerebrale, lesione del midollo spinale, morbo di Parkinson, spina bifida, paraplegia, o artrite, possono essere utilizzate imbracature per le mani, le cosce o le anche, per utilizzare dispositivi sessuali.

Sono disponibili anche imbottiture e cinghie progettate per facilitare il posizionamento, alcune delle quali includono supporti per vibratori o dildo.

Recentemente sono in produzione dispositivi ergonomici appositamente studiati per i pazienti con disabilità.

CONCLUSIONI

Proporre vibratori, dildo, sex toys per uso terapeutico in ginecologia alle pazienti, ancora oggi, per alcuni medici ginecologi può essere un disagio, visto che l’argomento per alcuni rimane un po’ un “tabù”.

Inoltre fino ad alcuni anni fa non veniva insegnato nulla a tal proposito ai futuri medici e ginecologi durante i corsi di laurea in medicina o durante la scuola di specializzazione in ginecologia.

Non erano stati effettuati molti studi scientifici sul possibile aspetto terapeutico dei dispositivi sessuali in ginecologia.

Personalmente ho approfondito e studiato il problema in autonomia e ho potuto constatare, con gli anni e con l’esperienza clinica diretta sulle pazienti, la reale utilità terapeutica di questi dispositivi.

I ginecologi sono le figure professionali specifiche più vicine alle donne che devono, secondo me, saper affrontare con serietà professionale e discutere anche i dettagli intimi della vita delle pazienti.

Devono informarle e incoraggiarle a seguire il percorso terapeutico adatto a loro eliminando ogni forma di imbarazzo o tabù culturale sorpassato.

A questo proposito, l’American College of Obstetricians and Gynecologists raccomanda agli specialisti ginecologi di insegnare alle pazienti anche le regole per la pulizia dei dispositivi sessuali per ridurre il rischio di infezioni associata.

I maggiori esperti nel campo della medicina sessuale hanno sostenuto la necessità di una maggiore informazione ai pazienti da parte dei medici e dei ginecologi sull’uso di dispositivi sessuali.

Sono stati effettuati vari studi sui vari impeghi dei dispositivi sessuali per uso terapeutico.

Inoltre è stata pubblicata sulla rivista scientifica Obstetrics & Gynecology, una Guida di riferimento clinico sui dispositivi sessuali per i medici specialisti ginecologi.

Con gli anni finalmente anche la comunità scientifica ha esaminato i vantaggi e l’utilità terapeutica di questi dispositivi che le pazienti possono usare per risolvere i loro disturbi e migliorare la vita sessuale con la guida del ginecologo.

Un aiuto in più a disposizione per la salute intima delle donne.

Dott.ssa Vincenza De Falco, Specialista in Ginecologia e Ostetricia.


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